Le mappe nel mondo antico. Altri autori greci (Parte III) - Blog di Storia
Proseguiamo (parte I e II) con la trattazione degli autori di cultura greca, legati alle scoperte geografiche e astronomiche.
ERACLIDE PONTICO
Eraclide Pontico (385 – 322 o 310 a.e.v.), filosofo e astronomo, come i pitagorici Iceta di Siracusa ed Ecfanto, ritenne che l’apparente moto giornaliero degli astri si dovesse alla rotazione della Terra sul suo stesso asse una volta al giorno.
TIMOCARI
Timòcari o Timocaride di Alessandria (circa 320 – 260 a.e.v.) è stato un astronomo e filosofo. Egli registrò quattro occultazioni e il passaggio di Venere davanti a una stella, probabilmente quello verificatosi il 12 ottobre del 272 a.e.v., quando il pianeta si trovò a meno di 15′ da Eta Virginis, che venne registrato usando sia il calendario egiziano sia quello ateniese, tra le più antiche compilazioni astronomiche del mondo greco.
Nel 290 a.e.v., in collaborazione con Aristillo di Samo (320 – 260 a.e.v. circa), compilò il primo catalogo stellare del mondo occidentale, con l’aiuto di strumenti graduati, successivamente utilizzato per scoprire la precessione degli equinozi.
IPPARCO
Ipparco di Nicea (200 – 120 a.e.v.) sviluppò accurati modelli per spiegare il moto del Sole e della Luna, servendosi delle conoscenze babilonesi, fu il primo a stimare con precisione la distanza tra la Terra e la Luna, è stato il primo a compilare una tavola trigonometrica, è stato probabilmente il primo a sviluppare un affidabile metodo per la previsione delle eclissi solari e lunari, ha scoperto della precessione degli equinozi, ha compilato di un celebre catalogo stellare comprendente 850 astri, registrando per ognuna la posizione attraverso un sistema di coordinate sulla sfera celeste (forse utilizzato per realizzare l’Atlante Farnese), e, probabilmente, è stato l’inventore dell’astrolabio.
Fu proprio l’osservazione delle discordanze tra il proprio catalogo stellare e quello compilato da Timocari e Aristillo a fornirgli l’indizio che lo condusse alla scoperta del fenomeno precessivo dell’asse terrestre. Grazie all’osservazione di una stella che vide nascere, probabilmente una nova nella costellazione dello Scorpione, avanzò l’ipotesi, ardita per l’epoca, che le stelle non fossero fisse, ma in movimento. Alcune testimonianze antiche riferiscono un suo interesse per l’astrologia, in particolare per l’astrologia geografica, secondo la quale certe zone del globo risentirebbero dell’influsso di determinate costellazioni zodiacali.
POSIDONIO
Posidonio (135 – 51 a.C.) usò lo stesso metodo di Eratostene per determinare la circonferenza terrestre, partendo dalla distanza fra Rodi e Alessandria e usando la differenza di altezza della stella Canopo sul meridiano dei due luoghi calcolò una circonferenza terrestre di 240.000 stadi (38.000 km circa), valore molto vicino a quello trovato da Eratostene. In realtà il risultato di Posidonio è dovuto alla compensazione di due errori: con i dati in suo possesso avrebbe dovuto trovare una circonferenza di 180.000 stadi.
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