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Le mappe nel mondo antico. La preistoria - Blog di Storia e Archeologia

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Le mappe nel mondo antico. La preistoria - Blog di Storia e Archeologia

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Già a partire dal Paleolitico e per tutta la sua storia, l’essere umano si è interessato della geografia della terra e del cielo, lasciandoci alcuni esempi, benché spesso, per periodi così antichi, di più che ambigua interpretazione.

Sui muri delle grotte di Lascaux sono stati osservati dei puntini dipinti databili al 16.500 a.e.v. che rappresentano il cielo notturno ed in cui si potrebbero riconoscere le stelle Vega, Deneb e Altair (il cosiddetto Triangolo estivo), nonché le Pleiadi, accanto all’immagine di un toro, che in quella particolare posizione, rappresenterebbe la costellazione più che l’animale, come invece nel resto della grotta.

Nella grotta di El Castillo, in Spagna, sarebbe dipinta una mappa di puntini della Corona Boreale risalente al 12.000 a.e.v. Una lastra di arenaria levigata risalente allo stesso periodo proveniente da un grotta della Navarra potrebbe rappresentare figure geometriche riferite a forme del paesaggio sovrapposte a schizzi di animali.

Al Neolitico, intorno al 6.200 a.e.v., risale un’altra pittura parietale che assomiglia, questa volta più nettamente, ad una carta geografica, dipinta nel sito di Çatalhöyük in Anatolia, che potrebbe rappresentare una pianta del villaggio stesso, non troppo dissimile da quanto rinvenuto archeologicamente; tuttavia, recenti studi hanno messo in dubbio tale interpretazione, sostenendo che si tratterebbe di motivi decorativi, simili peraltro a quelli rinvenuti sulle ceramiche del sito, mentre il cosiddetto “vulcano” sarebbe una semplice pelle di leopardo.

Abbiamo già parlato di una particolare carta astronomica risalente all’Età del Bronzo, il disco di Nebra, e della mappa di Bedolina, un’incisione rupestre rinvenuta in Val Camonica e risalente forse all’Età del Ferro, queste ultime di interpretazione pienamente accettata. Ve ne sono di fattura simile a quelle di Bedolina nella Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, e sul Monte Bego, oggi in Francia, all’incirca coeve.

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