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Le mappe nel mondo antico. Vegezio - Blog di Storia

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Publio Flavio Vegezio Renato è stato un vir illustris di fine IV-inizi V secolo e.v., funzionario dell’Impero e autore di diversi libri. Nel suo Epitoma rei militaris (L’arte della guerra), trattato di mirabile valore sulle tecniche militari antiche, egli parla anche dell’importanza di avere itineraria aggiornati, sia disegnati (mappe) che scritti (elenchi), per poter pianificare nel dettaglio l’azione militare: il successo di grandi condottieri come Cesare o Agrippa, infatti, è stato strettamente legato alle loro conoscenze geografiche del territorio.

Primum itineraria omnium regionum, in quibus bellum geritur, plenissime debet habere perscripta, ita ut locorum intervalla non solum passuum numero sed etiam viarum qualitate perdiscat, conpendia, deverticula montes flumina ad fidem descripta consideret, usque eo, ut sollertiores duces itineraria provinciarum, in quibus necessitas gerebatur, non
tantum adnotata sed etiam picta habuisse firmentur, ut non solum consilio mentis verum aspectu oculorum viam profecturus eligeret.

“Un comandante deve innanzitutto possedere itinerari assolutamente precisi di tutte le regioni nelle quali si conduca una guerra, così da conoscere bene le distanze fra i diversi luoghi non solo per il numero delle miglia, ma anche per la situazione viaria; deve esaminare le scorciatoie, le deviazioni, i monti, i fiumi, che devono essere fedelmente descritti; addirittura i comandanti più abili assicurano di aver posseduto itinerari delle province, dove la necessità li aveva portati, non solamente scritti ma anche disegnati, per poter scegliere, al momento della partenza, il cammino non solamente con la mente ma anche con la vista.”

Vegezio, Epitoma rei militaris, III, 6 (traduzione di L. Bosio)

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