Religione romana: Bona Dea - Blog di Storia (Storia / Archeologia Romana)
Il 3 dicembre era la festa in onore di Bona Dea, divinità il cui nome non poteva essere pronunciato. In quel giorno le donne si riunivano a casa di uno dei principali magistrati della città per invocare la prosperità del popolo romano.
La Bona Dea non trova una chiara caratterizzazione nemmeno esaminando le fonti antiche; in linea generale la versione più accreditata del mito la vuole moglie o figlia di Fauno. Secondo la versione riportata da Lattanzio la dea è la moglie di Fauno, una moglie molto abile in tutte le arti domestiche e molto pudica, al punto di non uscire dalla propria camera e di non vedere altro uomo che suo marito. Un giorno però trovò una brocca di vino, la bevve e si ubriacò. Suo marito la castigò a tal punto con verghe di mirto che ne morì. Questo spiega l’esclusione del mirto dal suo tempio.
Ella viene collocata quindi in quella che è la storia antica del Latium da cui proviene la genealogia degli eroi e dei principi, su cui si fonderà, in seguito, gran parte della propaganda imperiale romana, in particolare quella Giulio Claudia.
Pare che l’antica dea romana Bona Dea Fauna si sia fusa con la dea greca Damia, il cui culto fu probabilmente introdotto a Roma dopo la conquista di Taranto (272 a.C.), o poco dopo. A questo periodo va fatta risalire la costruzione del tempio, che fu poi restaurato da Livia Drusilla, moglie di Augusto, e da Adriano, continuando ad esistere almeno fino al IV secolo, dopo di che scompare senza lasciare tracce.
Quello della Bona Dea (e di Damia) era un culto collegato alle guarigioni, e il tempio era un centro di guarigioni, come attestato dal fatto che dei serpenti si muovevano intoccati e innocui per il tempio, in cui era anche custodito un magazzino di erbe medicinali. Essendo un culto prettamente femminile, agli uomini, e perfino agli animali maschi, non era concesso l’accesso al tempio.
Il tempio si trovava nella zona settentrionale dell’Aventino orientale, subito a sud dell’estremità orientale del circo Massimo. Si trovava proprio sotto quella porzione del colle detta Saxum, ora occupata dalla basilica di Santa Balbina, e quindi era detto Subsaxana.
(Un rilievo marmoreo raffigurante la Bona Dea dall’Ara Pacis di Augusto)
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