La donna di Ostuni - Blog di Archeologia (Preistoria)
Nel cuore della Puglia, a Ostuni, la “città bianca” arroccata sulle Murge, in una grotta vengono ritrovati nel 1994 gli scheletri di una donna morta circa 25.000 anni fa e del bimbo che portava in grembo, eccezionalmente ben conservati, una straordinaria scoperta che riscrive la storia del territorio. La grotta di S. Maria d’Agnano era già nota per essere stata frequentata dalla fine del quarto millennio da gruppi di allevatori di bestiame, i quali alle soglie dell’età del ferro crearono villaggi intorno ad Ostuni, che divenne un villaggio fortificato nell’VIII secolo a.C. e diventò città messapica nel IV secolo, a cui si sostituì la città medievale. La scoperta eccezionale rivela che già a partire dal Paleolitico superiore (circa 25.000 – 20.000 anni fa) vi avvenivano sepolture: una donna incinta, i cui resti sono stati ritrovati in ottimo stato di conservazione, con il feto pressoché intatto. Accanto al corpo dell’infelice madre non furono posti oggetti di valore, ma conchigliette che forse rappresentavano molto più che semplici monili ornamentali. Il gruppo di cui faceva parte la “donna di Ostuni” si occupò della sua sepoltura, deponendola con le gambe contratte nella fossa. La grotta è poi diventata meta di culto anche in età cristiana. Una cappella seicentesca all’esterno serviva a riparare i fedeli dalle intemperie. All’interno è ancora possibile vedere tracce di affreschi di età bizantina, e una piccola cappella affrescata risalente al cinquecento.
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